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Il generale


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Sentite cosa mi è capitato tanto tempo fa:

stavo facendo il militare ero in aeronautica come Vam e dopo il car, vengo trasferito a Roma. Ero molto contento perché stavo vicino a casa insomma il più vicino che potevo stare e quando non ero di guardia potevo tornare a dormire a casa. Il quinto giorno mentre montavo di guardia, sotto la casa del generale, stavo morendo dal sonno e quasi dormivo in piedi, anzi dormivo proprio in piedi, ad un certo punto mi sento bussare alle spalle, mi giro di scatto ed era il generale in persona. Un uomo sui 55/60 anni molto panciuto molto curato con una grossa faccia da culo. Mi è preso un colpo, mi dice: così fai la guardia tu? Mi perdoni generale. Non mi ha dato neanche il tempo di parlare, che se ne va. Una cosa l’avevo notata, che stava brillo, ma poco dopo arriva l’ufficiale di guardia e mi dice: ma che cazzo hai combinato? Ti sei fatto trovare a dormire dal generale cazzo, domani mattina alle 11 ti vuole nel suo ufficio porca troia. Cazzo restai di merda, non sapevo cosa mi aspettava e non chiusi occhio per tutta la notte. La mattina tutti andarono a casa e io restai consegnato ad aspettare che mi chiamassero. Poco prima delle 11 arriva un sottoufficiale e mi dice di andare con lui, mentre salivamo mi disse di non parlare se non interpellato e se avessi avuto modo di parlare di stare bene attenta a ciò che dicevo, di non contraddirlo e di comportarmi il meglio possibile. Le gambe mi tremavano davanti a quella cazzo di porta, poi entrai, mi presentai e restai sull’attenti. Il generale disse al sott’ufficiale che poteva andare e così fece chiudendo la porta dietro di se. Allora, disse il generale, cosa devo fare con lei, si rende conto della gravità della cosa? Ed io zitto. Sai cosa è questa? Una lettera, faccio io. Nessuno le ha dato il permesso di parlare, mi disse a gran voce. Lo avrei scannato quel porco, poi mi fa: è una lettera di trasferimento in sardegna. Un colpo al cuore per me, una fucilata in pieno petto porca troia. Poi aggiunse: ora puoi parlare. Mi dispiace sig. comandante. Sono molto dispiaciuto, non si ripeterà più glielo giuro su cosa ho di più caro, faro di tutto per farla ricredere sul mio conto. Rimase a guardarmi a squadrarmi da capo a piedi in silenzio, mentre batteva sulla scrivania quella lettera che aveva in mano. Poi disse: aviere, qui non stiamo mica giocando è? Qui si fa sul serio, invece tu giocavi, anzi dormivi in piedi come un cavallo o no? Si, ha ragione ha perfettamente ragione, ma la prego mi dia un’altra possibilità una soltanto farò quello che vuole ma non mi trasferisca. Ok, io ti do una sola possibilità, prendere o lasciare. Si signore la ringrazio. No no non mi ringraziare ora aspettiamo e vediamo se mantieni quello che hai detto. Venga qui e si metta in ginocchio. Mi avvicinai e senza pensare mi inginocchiai davanti a lui. Si alzò in piedi davanti a me, si mise le mani sui fianchi e mi disse: vedi la patta dei miei pantaloni? C’è una lampo, se la apri dentro c’è la tua possibilità di restare qui, altrimenti ti puoi anche alzare e uscire da quella porta, hai dieci secondi per pensarci, ti stò offrendo una grossa possibilità, ma puoi sempre rifiutare. Cazzo cazzo cazzo ero nella merda, il porco voleva che lo prendessi in mano cazzo, io avevo fatto del sesso con un mio amico per curiosità qualche anno prima, ma il vecchio porco cazzo nooooo. Non avevo scelta presi coraggio gli abbassai la lampo, infilai la mano e sentii un pezzo di carne moscio, lo tirai fuori e lui disse: sbottona anche la cinta, così feci. Un gran pancione e sotto un cazzone moscio con due palle grosse e calate. Inizia a menarglielo ma lui mi mise una mano in testa e disse: Dai prendilo in bocca e vediamo se me lo fai tirare. La frittata era fatta, se quello era il prezzo da pagare, dovevo farlo e farlo bene così cercai di impegnarmi al massimo, pensai che se me la cavavo con una pompa, se lo facevo venire subito, tutto sarebbe finito. Il suo cazzo reagì quasi subito si gnfiava nella mia bocca e lui spingeva quasi a mandarmelo in gola, poi lo tirava fuori e continuavo a leccargli la cappella grossa e lucida. Poi mi mise le sue palle in bocca e inizia a succhiarle e leccarle con molta foga per farlo venire al più presto e finire quella tortura. Si fermò ad un tratto, mi guardò e mi disse: sai che sei molto bravo con la lingua? Ti piace soddisfare il tuo generale? Si signore mi piace esaudire un suo desiderio. Bravo così mi piaci, andiamo avanti ora. Sai dato che sei bravo con la lingua e sei molto ubbidiente; si appoggiò alla scrivania piegato; baciami il culo se vuoi restare a Roma. Feci anche questo, gli baciai il culo ma aggiunse, no non così, si allargò le grosse chiappe e disse: il buco, lo devi baciare leccare per bene voglio sentire la tua lingua nel mio buchetto, sopra e dentro. Cercai di non respirare ed eseguii l’ordine, ma durò molto circa dieci minuti o forse secondi, non so, per me era un’eternità cazzo. Poi si alzò e mi disse: Fino a qui ci siamo, ma ora voglio sborrare aviere, io contento dissi ok generale come? Semplice con il tuo culetto aviere dai tira giù i pantaloni così sicuro resti a Roma. Cercai di non pensare e mi tirai giù i pantaloni, mi appoggiò alla scrivania e mi disse: ma che bel culetto che hai mmmmm mi piace proprio, farò piano piano e vedrai che piacere ti darà il tuo generale. Mi insalivò per bene poi sentii la sua cappella spingere sul mio buco e piano piano varcare la soglia del dolore, era entrato, ma non tutto. Iniziò a muoversi delicatamente e ogni volta affondava di più nel mio culo fino a quando lo sentii pompare e i suoi coglioni da quanto erano calati sbattevano sui miei come rintocchi di campane, il porco mi sudava addosso e mi riempiva di domande e parole pocho carine : Ti piace il cazzo del generale? Lo senti come ti riempo il culo? Dai dimmi che ti piace, dimmi che ti è piaciuto leccarmi i colgioni, il culo e anzi ora chiedimi per cortesia che vuoi la mia sborra in bocca, che per te è un privilegio bere la sborra del generale, dai dillo altrimenti ti faccio partire per la sardegna. Si Si la prego signor generale, la prego mi sborri in bocca, voglio la sua sborra la pregoooooo. Sfilò il suo cazzo mi fece inginocchiare e mi venne in bocca e sul viso. Era tutto finito, ci ricomponiamo e mentre uscivo mi fa: Aviere questa lettera era di mio cugino dall’america, non avrei potuto trasferirla. Che bastardo!!! E io gli dico: Mi sono addormentato di proposito, perché l’avevo vista arrivare ieri sera, ma mi sono detto, magari se mi becca il generale a dormire, mi fa il culo. Ne avevo proprio voglia. E andai via.



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I vostri commenti su questo racconto
Autore: Pig_one Invia un messaggio
Postato in data: 20/10/2011 22:28:08
Giudizio personale:
carino!! molto carino!!! mi ha fatto tornare al mio di militare ..fatto anch'io in aviazione!!!!

Autore: Nuotatore73 Invia un messaggio
Postato in data: 08/08/2008 14:38:05
Giudizio personale:
bel racconto

Autore: DrakEva Invia un messaggio
Postato in data: 03/07/2008 00:21:37
Giudizio personale:
Ma se fosse vero..... meglio trasferirti da noi in Sardegna, piuttosto che farsi sbattere da un maiale simile...
Alla faccia dei luoghi comuni, vedi, oggi c\'è che pagherebbe pur di farsi trasferire in Sardegna, tra l\'altro la gnocca buona da noi abbonda: guarda quante veline e abbiamo dato alla nazione...!!!
Ma, se uno preferisce il Generale ... ahahhaha... buon per lui!!

Drake


Autore: Giotto 73 Invia un messaggio
Postato in data: 29/06/2008 15:28:08
Giudizio personale:
simpatica


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