i racconti erotici di desiderya

Giornata di lavoro


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L'agenda mi dice che tra meno di un quarto d'ora dovrò incontrare la sig.ra Morelli, moglie dell'assessore comunale al bilancio. Quando si tratta di avere a che fare con donne capricciose, insoddisfatte, indecise, depresse, isteriche... le mandano sempre da me. Mi hanno preso per uno psicologo... non hanno capito che tra non molto ricovereranno me alla neuro!!! Salgo nel mio studio e metto un po' d'ordine sulla scrivania: alle donne fa sempre una buona impressione l'uomo puntuale, preciso, ordinato, in pratica tutto ciò che loro non sono in grado di essere. Meglio mettere da parte tutta la mia misoginia in questo momento, altrimenti questa pubblica relazione va a finire male.

Non si è fatta attendere molto come spesso accade per le "dive": solo cinque minuti. Faccio sfoggio di un minimo di galanteria accingendomi ad aprirle la porta. La vedo salire dalle scale: incedere elegante, sensuale, determinato. La faccio accomodare sulla poltrona degli ospiti e dopo i convenevoli parto con l'illustrarle il progetto. Noto che segue il mio discorso con particolare attenzione. Dalle sue espressioni riesco facilmente ad intuire quando alcuni concetti le risultano ostici, sicché mi sforzo nel renderglieli più semplici. Mentre lei sembra catturata dalle mie parole... io subisco il suo fascino da gran Donna quale è. Mi sento imbrigliato in quell'approccio così professionale e lei se ne accorge. Con un accenno di sorriso, rende immediatamente il clima più disteso e confidenziale. Ogni suo accavallamento di gambe sembra essere un esplicito richiamo per i miei sensi. In extremis riesco nuovamente ad impormi nuovamente un atteggiamento professionale. Esso, però, provoca in l

ei una reazione di totale distacco e disattenzione. A quel punto ritengo necessario farle presente il mio disagio nel parlare ad una persona completamente assente. Di rimando lei mi dice che non sono necessari ulteriori dettagli tecnici, in quanto è compito del marito valutarli. Non mi rimase che invitarla a spostarsi verso il mio lato di scrivania per mostrarle la grafica sul mio monitor. In piedi dietro di lei, mi sentì inebriato dalla delicatezza del suo profumo quando, non so quanto inavvertitamente, lei fece due passi indietro senza guardare e me la ritrovai fra le braccia. Chiedemmo immediatamente scusa a vicenda e ci scappò da ridere. Il tempo delle formalità era stato ormai archiviato. Sguardi fissi comunicavano in modo evidente il desiderio di entrambi. L'avrei afferrata, poggiata sul ripiano della scrivania, denudata dagli indumenti superflui e penetrata con foga. Tutto questo non si addice ad una donna di cotanta classe. Chiedo se le farebbe piacere gustare un aperitivo in

sieme; lei rilanciò con un invito a pranzo. Quel suo sguardo e quelle sue labbra mi rendevano completamente schiavo dei suoi desideri. Ci demmo appuntamento in un ristorante molto esclusivo. Quel pasto ebbe la sola funzione di stimolare ulteriormente i nostri sensi e prepararli a qualcosa di più intenso che si sarebbe consumato da lì a poco. E' lei ad avere il polso della situazione; io osservo sempre più affascinato il suo modo di fare. Mi invita ad accompagnarla alla sua tenuta, lontana dal centro abitato, affinché io possa esprimere il mio parere tecnico circa i lavori di ristrutturazione che intende far eseguire. Ho subito estrapolato il concetto fuor di metafora. Una volta sul posto, finalmente lontano da occhi indiscreti, manifesta la sua voglia di contatto fisico. Le distanze tra i nostri corpi si riducono ai minimi termini. Mi fa accomodare su di un comodo divano in uno splendido soggiorno, mentre lei si dirige verso la cucina per tornare con un buon vino dopo essersi messa p

iù in libertà. Avverte che mi sto faticosamente trattenendo dal saltarle addosso, sicché si diverte a provocarmi ulteriormente. Sedutasi accanto, porta la sua mano sul mio petto, infilandola nell'apertura della camicia. Lentamente sfila tutti i bottoni dalle loro asole, porta le sue labbra sulla mia pelle andando alla ricerca delle zone più sensibili. Non riesco più a trattenere i sospiri; la mia eccitazione raggiunge presto il culmine. Esaurita l'esplorazione della parte superiore, si dedica alle parti basse. Mi sfila i pantaloni, si inginocchia fra le mie gambe, valuta la consistenza della mia voglia attraverso l'intimo, bagna con la sua bocca l'interno delle mie gambe. Decide che è arrivato il momento di denudarmi del tutto. Afferra il mio membro fra le sue mani, scopre il glande, lo avvicina alla bocca e lentamente ci poggia la punta della lingua. Lo stuzzica a dovere per poi stringerlo fra le sue labbra, prima di accoglierlo completamente all'interno della sua bocca. I sussulti

della mia eccitazione si fanno sempre più frequenti e incontrollabili. Più volte rischia di farmi raggiungere subito l'orgasmo in quel modo, ma riesce sempre a smorzarlo un attimo prima dell'irreparabile. Non riesco più a subire passivamente tali "torture", sento il bisogno impellente di possedere il suo corpo! Scambiamo le posizioni e mi accingo a ripercorrere i suoi gesti nello stesso identico modo. Mi dedico in modo particolare al sul collo delicato ed ai seni floridi. La sento impazzire quando stringo i suoi capezzoli fra le mie labbra. Col viso fra le sue gambe, mi sento irresistibilmente attratto dal profumo dei suoi umori. Lentamente affondo la lingua in lei, mescolando la sua voglia con la mia saliva. Nessuno dei due vuole smettere di giocare. Mi porta nella camera da letto e mi chiede se accetto di farmi legare polsi e caviglie. Situazione molto rischiosa e per questo ancor più eccitante. Una volta immobilizzato, lei esce dalla stanza per tornare con due cubetti di ghiaccio.

Quasi mi pento di aver accettato: la tortura sarà atroce! Fa scivolare i cubetti sulla mia pelle, scatenando sul mio corpo una lunga serie di brividi che si moltiplicano quando la sua lingua bollente raccoglie le scie di ghiaccio disciolto. Esauriti i due cubetti, sale su di me a gambe larghe. Il mio membro scompare dentro lei, avvolto in un caldo ed umido massaggio. E' una danza orientale quella che si sta svolgendo sul mio corpo. I gemini ed i sospiri si rincorrono fino a quando avverto i fremiti del suo piacere. Si distende su di me, mi accarezza il viso. Qualche minuto di quiete, poi torna a dedicarmi le sue attenzioni. Lo stringe fra le mani, se lo passa fra i seni, lo lecca, lo succhia. fino a quando il mio piacere si sparge sul mio e sul suo corpo. Con me ancora legato, poggia il suo capo sul mio petto restando a lungo in silenzio.


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