i racconti erotici di desiderya

Estate 2010 - domenica d'agosto -3-

Autore: ManzoMaturo
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Ricordi d’estate 2010 - Una domenica di agosto

Siamo in piena stagione e siamo tutti a goderci il sole, il mare e la sera invece siamo a vagare per ristoranti, enoteche e barettini più o meno carini sui colli dell’entroterra. La favola dei bagnini che fanno a gara a scopare le tedesche è finita da almeno trent’anni. Ma sarà stato poi vero? si chiede Piero. Ora le tedesche vanno alle Maldive dove costa molto meno e fa molto esotico. Da noi invece ormai impera il mordi e fuggi. Tutti ammassati uno sopra all’altro il sabato e la domenica, mezzo vuoto gli altri giorni o quasi. Comunque dai, la spiaggia anche quest’anno non è poi male. Dopo i mugugni della gente per il nuovo parcheggio a pagamento e le palizzate a delimitare la balneabilità dell’arenile, tutti si sono adeguati. Piero si sta divertendo comuque questa estate. Ha conosciuto persone interessanti, con alcune è finita goduriosamente bene, ha arricchito i numeri nel cellulare con ottime prospettive per l’autunno e poi siamo solo a metà stagione. Ci sarà molto ancora a venire. E’ seduto a gambe incrociate sul suo telo giallo e arancione, si fuma una sigaretta e osserva il mondo che gli sta attorno. Osserva pure il suo uccello a dormire e che ha messo su troppo pelo, troppo per i suoi gusti. Non si è rasato da un paio di settimane. Stasera sotto la doccia tocca a lui.

Essendo domenica, c’è il pienone in spiaggia oggi. Piero è arrivato tardi, sulle quattro del pomeriggio. Ha pranzato in famiglia e si è sparato una pennica pomeridiana. A lui che vive a poco più di un quarto d’ora dal mare, non interessa starci tutto il giorno. Preferisce la mattina presto o meglio ancora, fare tardi, molto tardi la sera. Si è sistemato nel primo buco che ha trovato a metà spiaggia circa. All’inizio ci sono le famigliole con i figli e a lui non piace starci. Ci sono tanti ombrelloni oggi sulla sua spiaggia che lui ha scoperto una vita fa. La memoria lo porta indietro nel tempo quando le dune le doveva scalare. Una volta arrivato osservava dove c’era qualche persona o qualche ombrellone in lontananza. C’è di tutto ora attorno a lui, specialmente oggi. Belli, brutti, grasse, magre, panze, passere più o meno abbronzate, bigoli più meno mosci, giovani, meno giovani. Un via vai incredibile di persone che passeggiano sulla riva avanti e indietro. Gli arzilli nonnetti sotto il tendone della palizzata che hanno montato all’inizio stagione oggi hanno parecchi amici e amiche in visita. E’ pieno di gente la sotto. Ci sono anche i due ragazzotti, quello con la testa rasata e l’amico, quelli che facevano casino vicino a lui qualche settimana fa. Sotto il tendone ci sono almeno tre o quattro donne, tutte belle in carne, sulla cinquantina e oltre. Tutto il gruppo sembra affiatato, conversano, scherzano, ridono.

A pochi passi da Piero sulla sua destra una donna di circa trent’anni, dal fisico abbondante, per non dire grassoccia, mostra cosce belle piene come pure le braccia e un viso molto rotondo. Non una donna di Botero, ma molto simile. Piero ammira le sue tette imponenti, capezzoli color lattecaffe. E’di pelle molto chiara. La pelle delle tette è quasi trasparente, porcellanata. A Piero piace leccare, succhiare, mordicchiare grosse tette carnose. Anche strofinarci in mezzo il suo bel cazzo duro. Quando ha occasione di farlo, si sente come sprofondare in una sorta di limbo, una silenziosa calma interiore si impossessa di lui. Continua a succhiare, a leccare a mordicchiare, a nutrirsi di esse, tette ricche, abbondanti e generose. Non sa se tutto nasce da una celata reminescenza infantile oppure dal quella volta ancora ragazzotto che fu come dire, svezzato da una coppia tra le dune nel tardo pomeriggio del lunedi di Pasqua di molti anni fa. Era molto giovane, avrebbe compiuto ventidue anni a giorni. Aveva appena terminato il servizio militare. Il lunedi di Pasqua quell’anno cadeva molto tardi nel mese di aprile. Era una primavera molto calda e Piero ne approfittava spesso per farsi un giro alla spiaggia. Tra le dune quel pomeriggio assolato si trovavano nascoste diverse persone, le prime a prendere il primo sole integrale. Una coppia aveva scelto la duna più profonda, erano stesi sui teli. Lei aveva addosso solo la parte sotto del costume. Poteva aver superato i quaranta da un pezzo, era una bella donna, aveva le tette molto grandi. Il marito indossava solo una maglietta della salute grigio dalla quale sotto appariva un uccello non tanto lungo ma grosso. Al suo passaggio Piero vide che il marito stava lisciando la moglie tra le gambe con le dita sotto il costume. Non potè fare a meno di fermarsi un attimo a guardare. Immediatamente ebbe un’erezione ben visibile da sotto la tuta di felpa. La coppia non appariva disturbata dalla sua presenza, anzi, il marito continuava la sua manipolazione. Poi tolse il costume alla moglie e lei con un gesto quasi invitante allargava bene le gambe, mostrando a Piero la sua fica. Piero allora si accovacciava davanti a loro che continuavano a toccarsi. Lei si accarezzava anche le tette, pizzicandosi i capezzoli e allargando le gambe sempre di più. Piero abbassando la tuta e le mutande insieme metteva fuori il suo gran bel cazzo che tendeva a guardare a destra e a massaggiarselo. Fu a questo punto che arrivava l’invito di lei. Il marito alzandosi in piedi teneva d’occhio che non arrivassero persone a disturbare. Piero era steso su un fianco sul telo del marito. Lei gli aveva preso la testa da sopra, gli aveva attirato il viso sulla sua tetta di sinistra e lo aveva indotto a leccarla. Piero aveva iniziato a succhiare il capezzolo e leccare tutta la mammella, mordicchiando dove poteva e quando poteva. Allo stesso tempo stava strofinando il duo cazzo divenuto durissimo .sulla gamba, la coscia esattamente, di lei. Furono momenti di estasi per Piero, il leccamento continuò e pure lo sfregamento di cazzo. Era talmente occupato in questo che non si rendeva conto delle reazioni di lei. Il ragazzo voleva solo godere e fu cosi che sentì quasi le budella attorcigliarsi dentro e subito dopo fiotti di sperma denso e caldo andarono a spiaccicarsi sulle gambe di lei. Quell’anno, Piero aveva trovato gran una bella sorpresa dentro l’uovo di Pasqua.

Piero era una bel ragazzo, alto, gambe solide, spalle larghe e braccia ben tornite. Il fisico lo aveva ben definito il lavoro nella panetteria dello zio, spesso la notte, a spostare sacchi di farina. Era un bel modo per procurarsi la paghetta, imparare la dignità del lavoro mentre continuava a studiare. Non appena faceva primavera, Piero si faceva delle belle pedalate in pineta per poi dare un’occhiata alla spiaggia dalle dune. Le prime donne nude, lui le aveva viste esattamente qui già quando da ragazzino aveva scoperto l’esistenza della spiaggia nudista. I primi pruriti erotici li aveva sperimentati qui. Vedere quelle gambe aperte, ciuffi pelosi e sederi rotondeggianti gli faceva sentire il sangue passare velocemente dalla gola alla testa, una specie di stordimento. Era cosi che pedalava a casa a tirarsi seghe magistrali. Poi timidamente aveva iniziato a fermarsi alla spiaggia per prendere il sole anche lui nudo come gli altri. La prima volta abbastanza isolato, un poco per pudore, un poco per timidezza. Ricorda perfettamente quella volta, il calore del sole che batteva sull’inguine, sul cazzo, sulle palle. Era un bacio caldo caldo, estremamente eccitante, che lo portò ad avere una immediata ed esagerata erezione. Era il suo battesimo al nudismo. Era la scoperta di un nuovo mondo. Finalmente la libertà di essere adulto. In seguito aveva acquisito più sicurezza e aveva iniziato a stendere il suo telo più vicino ad altre persone mantenendo sempre le debite distanze ma vicino abbastanza per potersi gustare la veduta di tanta abbondanza di fica. Con il passare del tempo, Piero iniziò a conoscere anche delle persone, parlando del più e del meno, aumentò la fiducia in se stesso e iniziò a sentirsi abbastanza sicuro di sé. Osservava attentamente il comportamento delle persone, iniziarono i giochi, gli ammiccamenti. Lui dal bel ragazzetto quale era, attirava parecchio. In più occasioni le donne allargavano le gambe per mettergli in mostra le passere e lui si godeva gli spettacolini. La nerchia gli tirava sempre di brutto ed era costretto a girarsi a pancia di sotto per non farsi vedere. Erano bei ricordi che Piero assaporava voluttuosamente grato al destino di averli potuti vivere.

Oggi invece non distante dalla palizzata degli arzilli amici, e alle spalle di Piero, lei ha un fisico ancora veramente bello. Le tettine nude piccole piccole, il costume pure quello molto minimo di colore azzurro chiaro, i capelli tirati su sotto un cappello di foggia maschile. Un viso gradevole, molto femminile. Vista spesso in televisione, personaggio conosciuto e spesso chiacchierato poiché non si sapeva se uomo o donna. Sta insieme ad un’altra donna e un uomo e si godono la giornata di mare. Il pubblico li lascia in pace. Ogni tanto lei si alza gira un poco per poi risistemarsi sul suo telo. A dire la verità ha raggiunto per un saluto un tipo solo che stava abbastanza lontano sulla sinistra di Piero. Hanno parlato per un poco, era lei a portare avanti la conversazione per la quale sembrava avere interesse. Lui un po’ meno. Poi lei se ne tornata al suo posto dopo essersi gentilmente salutati. Muove bene il culo a mandolino, è molto sensuale. A Piero piace. Gli viene da pensare a qualche sera fa.

Si era portato nel paese a pochi chilometri di distanza dove c’è il sex-shop nella piazza principale. Aveva fatto scorta di preservativi e gel in bustine. Li preferisce extra large perché più comodi e di quelli belli spessi per sicurezza. Nel negozio ne hanno una buona selezione. Si era perso tra le vetrine all’interno a guardare tutta una varietà di mercanzia che chiamano giocattoli. La sua fantasia si era scatenata tra falli di gomma, vibratori di tutte le forme, le ormai famose flash-light, catene, manette e cock-rings, video, abbigliamento, oggettistica di pelle e altre mille cose. Sorride alla vista dei vari anelli di metallo o di cuoio da mettere attorno al cazzo. La settimana scorsa gliene hanno fatto indossare uno per prova, era un gioco al mare tra le dune. Nonostante fosse molto tardi quella sera, il parcheggio era pieno di macchine, uno dei bar era affollatissimo di uomini che avevano occupato marciapiedi e parte della strada. Alcuni trans/trav passeggiavano oltre la piazza. Indossavano camicette aperte, magliette attillatissime, minigonne mozzafiato, tacchi alti e chiome lunghe. Erano praticamente donne bellissime. Una in particolare attirò la sua attenzione. Era stupefacente. Aveva un portamento femminile ed elegante. Piero non è mai stato con un trans, gli manca questa esperienza. Avventure di altro genere si, ma un trans/trav, mai. Sta per raggiungere la sua macchina quando da una delle porte che danno direttamente sul viale dove vivono e lavorano i trans/trav vede uscire un ragazzo forse nemmeno trentenne, bello maschio, camicia bianca immacolata, pantalone nero, scarpe classiche lucidissime, moro, capelli cortissimi e curati. Lo vede salire su un Mercedes nero e andarsene. Piero cerca di immaginare cosa possa aver fatto il ragazzo in casa del trans/trav. Il ruolo è immaginabile se quello che si dice in giro è vero; che di solito essi vanno forte perché tra le altre cose sanno usare benissimo il cazzo, trattasi generalmente di cazzoni notevoli. Con tutta probabilità il tipo del Mercedes ha la fidanzata a casa che non si sogna nemmeno che il suo uomo passi qualche serata a prenderlo nel culo da un trans/trav. Nel frattempo altre macchine passano, ritornano e si fermano, davanti alle porte aperte dove le/i brasiliane/i sono appoggiate/i allo stipite. All’interno, ambienti con luci soffuse…


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