i racconti erotici di desiderya

Centro commerciale 2


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Uscito dal centro commerciale ero ancora eccitato e questo mio stato aumentava sempre di più con il passare delle ore. Infatti al lavoro avevo la mente e i pensieri a come avrei passato la giornata con Lory la commessa del negozio (nome non vero per ovvi motivi).

Iniziai una ricerca al PC di alcuni ristorantini della zona scegliendo il più appropriato per una cena romantica e riservata e alla fine ne trovai uno vicino al lago che si avvicinava alle caratteristiche da me volute. (si inizia a delineare la zona in cui mi trovavo per lavoro).

Giunta l’ora dell’appuntamento mi avvio verso il centro commerciale e avvicinatomi verso le vetrine scorgo la Lory alla cassa che appena mi vide mi fece cenno con la mano facendomi capire che stava ultimando per la chiusura insieme al datore di lavoro.

Aveva cambiato abbigliamento: una camicetta bianca di seta stavolta trasparente e senza reggiseno e sotto una gonna nera svasata fin sopra le ginocchia che risaltava ancora di più le gambe e il tatuaggio contornato da una catenina sottile d’oro.

Uscita dal negozio si diresse verso di me e senza darmi il tempo mi diede un bacio sulla bocca e mi prese per mano tirandomi verso l’esterno.

La cosa un po’ mi lasciò basito anche perché non volevo e non cercavo un rapporto tipo fidanzatini ma alla fine lasciai correre.

In macchina Lory accavallò le gambe e tenendomi sempre per mano mi confidò che sotto non indossava perizoma: voleva sentirsi libera e fresca come me e aggiunse che non aveva mai provato questo senso di libertà e che era grata a me per averglielo fatto scoprire.

Allungai una mano sulle cosce di Lory risalendo sotto la gonna e potetti constatare di persona la nudità di Lory: non avevo ancora visto con occhi la sua fica ma con le dita iniziai ad esplorarla cercando di memorizzare ogni singola curva, il basso ventre e finalmente entrare dentro quella spaccatura che rende felici gli uomini.

Si stava bagnando e il liquido colava sulle mie dita che non spingevano forte ma solo avevano chiuso quella piccola fessura; lei ansimava e gemeva e mi guardava fissa con le mani sulle ginocchia aprendo le gambe e spingendo il bacino in avanti.

Giunti al ristorante dato che era rossa in viso ci sedemmo un po’ appartati vicino alla veranda per prendere un po’ di fresco e iniziammo ad ordinare.

Provavo un po’ di gelosia perché sia il cameriere che ci serviva così come alcune coppie intorno avevano gli sguardi verso Lory perché durante la cena oltre a prendere e a succhiare i gamberi con voluttà ogni tanto prendeva la mia mano e succhiava il mio dito indice fissandomi negli occhi come se non vedesse l’ora di succhiare il mio cazzo.

Lo faceva con disinvoltura e, anzi, pensavo che lo faceva di proposito per stupire i vicini e far aumentare la voglia di sesso a tutti.

In particolare una coppia di fianco con una bella bionda, entrambi sulla quarantina, non cessavano di osservare indirizzando nei nostri confronti sorrisi e cenni di approvazione.

La signora bionda di contro aveva slacciato la camicia e quando sia io che Lory la guardavamo non perdeva tempo a stropicciarsi il seno sorridendo e annuendo.

Era iniziato un gioco di seduzione e quasi di lotta tra le due donne come se cercavano di conquistare il podio di chi fosse la più sexy.

Dopo un po’ di tempo di questi giochi uscì in veranda per fumare una sigaretta e con la coda dell’occhio vidi che pure la signora bionda si era alzata e sorridendo al marito si incamminò verso la veranda.

Iniziò con la scusa di farla accendere e poi, continuando a parlare, mi fece i complimenti perché eravamo una coppia stupenda chiedendo se eravamo sposati e stavamo festeggiando qualcosa.

Io risposi che eravamo amici e che saltuariamente ci concedevamo una serata libera da trascorrere in compagnia e che dopo, qui iniziai a fare lo spudorato viste le scene di prima, saremmo andati in albergo per divertirci insieme facendo quello che ci piaceva di più ovvero sesso sfrenato e allegria.

Lei non rimase stupita, anzi, rispose che anche lei con suo marito dopo cena sarebbero corsi a casa a divertirsi e forse, cosa più sicura lo avrebbero fatto in macchina facendosi notare dai passanti perché la cosa la eccitava molto di più.

Senza esitazione mi porgeva un fogliettino con nome e numero di cellulare dicendo che a loro faceva piacere se, dopo, saremmo voluti andare a casa per bere un bicchierino e raccontarci a vicenda la serata passata ognuno in compagnia dei propri partener.

Entrato dentro ne parlai a Lory e ridendo mi disse che sarebbe stata una bella cosa incontrarsi con altri per parlare liberamente e raccontare ognuno i giochi di sesso e l’amplesso trascorso senza inibizioni e senza pudore e per fare capire alla bionda che la cosa le piaceva si spostò di posto mettendosi di fianco a me e di fronte la coppia e, nel frattempo che mi baciava, allargò le gambe tirando un po’ su la gonna mostrando la fichetta bagnata e piena di voglia.

Dopo poco tempo, pagato il conto, ci alzammo e salutandoci con un “a dopo“ ci avviammo stretti per mano verso l’uscita mano nella mano.

Giunti in albergo, in ascensore, Lory si avvinghiò su di me con una gamba dietro le mie e iniziammo a baciarci con foga; aveva sbottonato la camicetta e i seni si erano induriti come pietre. La sua lingua mi penetrava con foga la bocca e muovendola a velocità esagerata.

Era eccitatissima per i giochi in ristorante e forse anche al pensiero del dopo dove avremmo dovuto raccontarci a vicenda la storia di sesso e, quindi, penso che volesse dare il meglio per non sfigurare nei confronti con la signora bionda dato che anche lei aveva una carica sessuale da mettere paura.

Entrati in camera mi spinge sul letto e sbottonatomi i jeans velocemente ingoia il mio cazzo facendolo sparire con movimenti veloci dentro la bocca.

Non capivo più nulla; pensavo fosse un’aspirapolvere che aspirava forte e stringeva il mio cazzo; ero in balia di quella donna che a prima vista poteva sembrare calma, ma in quello stato di eccitazione era diventata una felina assetata di cazzo e di godimento.

Tolta la camicetta e rimanendo con la gonna, senza esitazione, si protrae verso di me e, sedendosi sopra, inizia a strusciarsi il glande sulla fica come per prendere le misure e abituarsi pian piano a quelle misure.

Lo fa scivolare lentamente e ansimando inizia a muovere il bacino in avanti fino a quando non entra tutto dentro; un paio di secondi per abituarsi e Lory inizia un movimento verticale prima lentamente e quando tutto dentro muove il bacino in avanti per strusciare il clitoride sul mio basso ventre.

Afferravo i seni per spingerla più forte verso giù e contemporaneamente spingevo con il bacino facendola sussultare con colpi più potenti sul suo ventre.

Nel momento in cui iniziava a godere la strinsi con le braccia afferrandola dalla spalla e i fianchi tirandola verso di me e baciandoci iniziai a spingere con colpi forti e veloci.

Il mio cazzo entrava e usciva dalla fica ormai abituata e il liquido colava sul mio ventre. Stava godendo più volte e ad ogni venuta mi stringeva le labbra facendomi male.

Ero quasi arrivato pure io e Lory, avendolo capito, mi fa cenno di liberarla e senza interrompere i movimenti ingoia il mio cazzo duro continuando a scendere su e giù con la bocca.

Sentivo la sua lingua sul mio glande, sul prepuzio e su tutta l’asta. Una bocca calda che avidamente succhiava e puliva gli umori della sua fica. Teneva il cazzo con una mano alla base e i capelli la coprivano come se volesse nascondere, per pudore, il suo volto e la sua bocca intenta ad ingoiare quel bastone di carne.

Iniziai a tremare presagendo la mia venuta copiosa e Lory, senza fermarsi, porto il cazzo fino in fondo aspettando i getti di sperma direttamente in gola.

Godetti come mai ho goduto; sembrava di venire dentro la fica ma ero nella sua bocca. Lo tenne dentro fino a quando non succhiò le ultime gocce cercando di non sprecarne alcuna.

Io ero sdraiato con il viso verso il muro e piano piano rilassavo i muscoli; Lory ancora avviluppata al mio cazzo iniziava a sorridere e a baciarmi il ventre risalendo sul petto e accovacciandosi accanto sopra di me.

Ci fissammo negli occhi. Occhi che esprimevano il pieno appagamento del corpo e con voce leggera mi disse: “facciamo la doccia ora; non dobbiamo far aspettare i nostri amici per il drink”

Ridemmo abbracciati rimanendo un po’ di tempo sul letto e dopo ci avviammo in bagno insieme per prepararci al famoso drink.

Ma questa è un’altra storia.



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