i racconti erotici di desiderya

Autunno


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La giornata era fredda , tipicamente autunnale , l’abbigliamento richiesto non era prettamente consono alla stagione, ma lei sapeva che anche quello faceva parte del gioco e lo apprezzava.

Il cappotto in cashmere era morbido e caldo sulla pelle nuda, i capezzoli erano inturgiditi dal freddo dentro ad un reggiseno di pizzo nero che faceva coppia con un tanga così piccolo da riuscire a mala pena a contenete il suo profumato frutto abilmente depilato.

Le calze autoreggenti avvolgevano delle gambe sinuose che venivano messe in risalto dalle scarpe con tacco vertiginoso.

Chiunque la vedesse sospirava dalla voglia di possedere quella donna, all’apparenza così elegantemente “vestita”.

Il suo signore era lì, la stava osservando già da qualche minuto: adorava arrivare in anticipo per gustarsi la sua preda innervosita dall’ansia dell’attesa.

La macchina di colpo partì e si fermo qualche metro più avanti per permetterle di salire.

Un sorriso radioso illuminò il volto della donna, la gioia di vederlo e di sapere che quel pomeriggio sarebbe stata sua la inebriava di sensazioni.

Lei aveva prenotato una stanza in un motel appena fuori città, ed era lì che si stavano recando.

L’ultima volta lo avevano fatto in macchina, ma oggi il suo uomo la voleva possedere con calma e comodità.

Il gioco non era cruento, deciso sì, ma non esagerato, sottile ed intrigante come del resto era l’indole di quell’uomo conosciuto per caso su una chat e del quale ora non riusciva a farne a meno.

Lui, educato e rispettoso, chiedeva tutto con la parola “per cortesia”, ma dietro a quella signorilità si nascondeva una ferrea convinzione di superiorità : una sola volta si era permessa di dirgli di no e aveva rischiato seriamente di perderlo.

Un uomo senza compromessi, assolutamente deciso, inequivocabilmente dominante.

Le chiacchiere cortesi e la sigaretta avevano reso il tragitto al motel ancora più breve del previsto.

La stanza era ordinata, il letto rifatto di fresco, il caldo della stanza conciliava l’inizio dei giochi.

Lei stava in piedi vicino al letto, con le ginocchia si era appoggiata per sentire se era morbido o duro come piaceva a lei ed in quel momento lui le arrivò da dietro.

Le mani le accarezzavano i seni da sopra il cappotto, il sedere si irrigidiva sotto la stretta morso delle sue mani vigorose…….. la girò.

Il cappotto si aprì e lui rimase compiaciuto dal fatto che lei aveva eseguito alla lettera i suoi ordini.

Lei si accorse che ora l’uomo teneva in mano dei nastri di velluto, e capì che il momento tanto agognato era arrivato.

Il respiro cominciò ad essere affannoso, il cappotto scivolava via, le scarpe sfilate e lei adagiata con cura sul letto.

Si trovo improvvisamente bendata e legata, con le mani di lui che esploravano con morbido vigore il suo corpo, attraversato da fremiti di piacere misti a tensione.

Il reggiseno era solo abbassato per permettergli di giocare con i capezzoli ormai gonfi e turgidi, il perizoma dentro alla sua calda e umida figa per colpa di quel dito che la insinuava con sempre maggior foga.

Strappò via tutto.

Era nuda e alla sua mercè.

Si sollevò da lei. Dai rumori che sentiva (lei era bendata stretta e non in grado di vedere) capì che anche lui si stava spogliando.

E lo senti.

Il suo corpo nudo su di lei, la sua lingua calda la assaggiava, le sue mani la palpavano e l’eccitazione di lui cresceva.

L’aveva accuratamente leccata cominciando dalle dita dei pedi, era salito lentamente attraverso le caviglie su per l’interno coscia, passando per l’inguine e sopra il pube aveva giocato con il suo ombelico. Il seno era stato riempito di attenzioni anche durante le fasi iniziali e lei lo sentiva turgido ed indolenzito, i capezzoli erano un po’ doloranti , ma il meglio doveva ancora venire.

Ora era lei che leccava lui.

Ogni parte del corpo che il suo uomo voleva farsi leccare, le veniva appoggiato sulla bocca e lei docilmente ed insaziabilmente leccava con cura.

Ad un certo punto lui si sedette sulla sua bocca e lei lo divorò.

La lingua inumidì con delicatezza il suo orifizio, le palle nella sua bocca erano contratte, la sua cappella era tesa e dun tratto il cazzo entrò prepotentemente in quella bocca calda e morbida.

Basta!

Lui la assaggiò come se volesse divorarla.

In mezzo alle gambe lei era un fiume in piena, i suoi umori la inondavano mentre una curiosa lingua si insinuava sempre più dentro di lei.

Le dita , la lingua, il suo piacere era ora mai inimmaginabile.

La slogò, la mise a carponi sul letto e la legò nuovamente in modo che non potesse muoversi da quella posizione.

Ora era lui che assaggiava il buco del suo culo inumidito dagli umori che erano scesi da prima copiosi.

Sentì del freddo. Era del gel accuratamente spalmato nelle sue parti intime e ……………… le mani stavano lavorando sapientemente. Volevano entrare nei suoi buchetti a tutti i costi.

Ma non erano violente e nemmeno dolorose.

Lei si rilassò e lui riuscì nel suo intento.

Venne. Il suo gemito si liberò nella stanza e si accasciò sul letto.

Lui la liberò, ma senza tregua e ancora bendata cominciò e penetrarla.

Il suo cazzo la desiderava: sdraiata con il culo a bordo letto e le gambe sollevate per facilitare la penetrazione vaginale e anale.

Si entrambe, perché lui amava penetrare alternativamente l’uno e l’altro per poi , di tanto in tanto, porgerle il cazzo da leccare in modo che lei assaggasse il suo stesso sapore.

Ora era lui che stava raggiungendo l’orgasmo.

Si tolse rapidamente e lei si sedette davanti a lui. Via la benda.

Prese amorevolmente con una mano i coglioni, così duri che sembrava potessero scoppiare, mentre con l’altra mano teneva saldamente il cazzo masturbandolo mentre le sue carnose labbra strusciavano la cappella in attesa del suo cald0 seme che non tardò ad arrivare.

Non ne perse una goccia e con passione e accuratezza lo ripulì.

Erano stanchi ma entrambe appagati.

Si rivestirono e raggiunsero la macchina.

Nel tragitto che li riportava in città lui le spiegò cosa avrebbero fatto al prossimo incontro e le dette un compito non facile.

Arrivati , scese dalla macchina dopo averlo baciato con ardore, e mentre si incamminava verso la piazzola dei taxi la sua mente pensava già come poter assolvere il suo dovere.

Era complicato, ma non lo avrebbe deluso.

Il TUO LORD



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I vostri commenti su questo racconto
Autore: Target55 Invia un messaggio
Postato in data: 22/10/2006 21:17:10
Giudizio personale:
Gradevole, ma mi aspettavo qualcosa di più...

Autore: Apollonia Invia un messaggio
Postato in data: 20/10/2006 16:12:39
Giudizio personale:
Complimenti magnifico rettore

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