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Ai giardini di via r. gessi 2


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Come al solito, quando ero in crisi con la mia donna, sentivo il bisogno di “consolare” il mio ego andando a cercare qualcuno che mi facesse sentire desiderato/a e… mi inculasse. Come spesso facevo in quei casi mi diressi verso i giardini di Via R. Gessi, zona proficua di caccia. Dopo mezzanotte si trovava sempre qualcuno voglioso di un pompino o di un culo disponibile. Pertanto anche quella sera ci andai e, una volta posteggiato nelle vicinanze, mi diressi con molta calma guardandomi attorno ed osservando ben bene i vari movimenti che notavo e che avrebbero potuto darmi indizi su quale potesse essere la zona di caccia più proficua.

Mi feci buona parte della zona, camminando prima all’esterno dei giardini e dei vari sentieri, per farmi notare, poi iniziai ad addentrarmi in essi sempre con molta calma e scrutando bene tra le fresche frasche. In queste occasioni, se la temperatura lo permetteva, mi vestivo sempre solo con una semplice tuta sportiva, senza niente sotto, in modo di avere facilità di calarmi i pantaloni (e alla bisogna rialzarmeli velocemente) e, aprendo semplicemente la giacca della tuta, ritrovarmi praticamente nudo. Ad un certo punto notai, nel buio quasi totale del sentiero che stavo percorrendo, nel vago controluce creato dall’illuminazione della strada sottostante, che c’era qualcuno fermo su un’aiuola, dietro una siepe. Facendo un colpo di tosse per svelare il mio arrivo, con molta calma mi diressi in quella direzione, osservando bene e cercando di capire cosa stesse facendo. Notai come sembrasse che mi stesse guardando (nel buio non avrei potuto giurare che lo stesse facendo) ma “sicuramente” si stava masturbando. Mi avvicinai sino ad arrivargli vicino: continuava a masturbarsi e decisamente mi stava guardando mentre lo faceva. Prendendo ciò come un invito allungai il braccio e gli presi l’uccello in mano, mentre lui toglieva la sua che allungava immediatamente verso il mio culo, iniziando a palparmelo. Aveva un uccello di una bella stazza, decisamente lungo e abbastanza grosso ma, soprattutto… molto duro, consistente, dava piacere tenerlo in mano e masturbarlo. Lui continuava a impastarmi le chiappe e nel farlo deve essersi accorto che ero senza mutande, fatto sta che dopo qualche minuto salì alla cintura elastica dei pantaloni ed iniziò a farmeli scendere. Io, nel frattempo, avevo abbassato la zip della giacca per ritrovarmi a torace nudo e capezzoli all’aria.

Immediatamente l’altra sua mano scattò verso i miei capezzoli iniziando a torturarmeli, mentre con quella che mi teneva sul culo iniziò un’opera di penetrazione tra le mie chiappe, andando a cercare la mia fichetta che trovò morbida e lubrificata cosa che gli permise, pertanto, di penetrarmi prima con due dita e poi con tre ed iniziare un lento lavoro di allargamento. Quando pensò che le condizioni fossero ottimali mi rigirò, mi fece inchinare un po’ in avanti e me lo infilò tutto, con un unico movimento. Feci una lunga inspirazione un po’ per il dolore determinato da quella introduzione così immediata, e molto dalla massa che mi invase completamente. Lo feci fermare, per avere il tempo di abituarmi a quel corpo estraneo che mi riempiva completamente e lui si prese tutto il tempo. Solo quando sentì che il mio sfintere iniziava a contrarsi iniziò a muoversi ed io incominciai a provare brividi lungo tutto il corpo. Ci sapeva fare, sapeva come usare al meglio quello splendido oggetto che si ritrovava tra le gambe. Alternava colpi morbidi a colpi più forti ed io stavo andando in orbita. Per quanto cercassi di non far rumore, non seppi evitare di emettere dei mugolii di piacere dando soddisfazione al tizio. Lo notai dalla leggera variazione nel ritmo con cui mi inculava e dalla maggior penetrazione che stava usando. Iniziai a schizzare il mio piacere ed il mio culo incominciò a comunicargli, con le contrazioni, il piacere che mi stava dando.

Questo, alla fin fine, lo portò a godere schizzandomi nel culo una quantità industriale di sborra. Finito di eiaculare rimase ben infisso dentro di me ed iniziai a sentire il suo cazzo che si muoveva non in senso orizzontale ma bensì allargandosi e restringendosi, come fosse una specie di pompetta, e alzandolo ed abbassandolo, dandomi sensazioni incredibili che, pur stando fermi, mi portarono nel giro di una decina di minuti ad avere un secondo orgasmo. Non mi era mai successa una cosa del genere. A quel punto penserete che si sia sfilato dal mio culo? Ma neanche per idea. Sempre tenendomi per i capezzoli e riprendendo a torturarmeli, ricominciò ad incularmi, con calma, quasi con sadismo, sempre senza parlare. Fu un’opera di demolizione: mi portò ai limiti della pazzia e dopo non so quanto tempo (ormai avevo perso la cognizione del tempo, ero uno straccio tra le sue mani) mi riempì nuovamente di sborra. Rimase fermo qualche minuto, si sfilò dal mio corpo e dandomi una pacca di ringraziamento sul culo si ricompose e se ne andò, lasciandomi lì, distrutto e… beatamente appagato. Mi ricomposi anch’io e camminando su una nuvoletta per il piacere provato…. mi avviai verso casa.



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I vostri commenti su questo racconto
Autore: Bobo45sex Invia un messaggio
Postato in data: 25/05/2017 00:09:25
Giudizio personale:
che bello ! peccato che questi giardini non siano più così "hot" come un tempo...


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