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A sabaudia


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A Sabaudia

Avevo poco più di trent’anni, sposato, e lavoravo per una impresa di costruzioni come geometra. All’inizio di quell’estate mi mandarono a dirigere un cantiere, a Sabaudia, per la costruzione di un complesso di mini appartamenti per le vacanze. I primi giorni mi trovai un po’ spaesato, non conoscendo i posti e dovendo cercare dove alloggiare e dove andare a mangiare. Il venerdì pomeriggio ritornavo a casa, a Roma, e poi ritornavo a Sabaudia il lunedì mattina, presto. Riuscì, Infine, a trovare alloggio in una pensioncina, pulita e a basso costo, dove la proprietari mi diede alcune indicazioni su dove andare a mangiare.

Provai prima una trattoria, discreta, poi ne provai un’altra, dove il proprietario, un bell’uomo alto e massiccio, mi accolse con un sorriso e mi face accomodare ad un tavolo d’angolo, per due, e mi chiese se, come prima volta, lasciavo che fosse lui a decidere il mio menù. Voleva farmi assaggiare alcune sue specialità (oltre che proprietario era anche lo chef del locale). Aperto com’ero a scoprire le specialità del luogo, accettai, e lui, tutto contento, se ne andò in cucina. Da dove mi aveva piazzato mi accorsi che vedevo benissimo tutto quello che accadeva in cucina e, pertanto, che lui, mentre preparava i vari piatti, ogni tanto mi rivolgeva uno sguardo molto…. interessato e di quando in quando, guardandomi, si aggiustava “il pacco”. La cosa iniziò ad eccitarmi. Mi piaceva sentirmi desiderato, stimolava il mio lato femminile.

Mi fece mangiare divinamente !! All’epoca, poi, oltre che saper degustare sapevo anche… mangiare quantità industriali, e le sue porzioni erano tutte abbondanti. Alla fine del pasto, mentre prendevo il caffè, gli feci i complimenti e lui, sedendosi e guardandomi fisso negli occhi, mi ringraziò ed iniziò a pormi domande del tipo “da dove venivo, cosa facevo ecc…” Capii che gli piacevo e che doveva essere omosessuale e la cosa mi eccitò ! Ma feci finta di niente, volevo farmi desiderare, pertanto ignorai volutamente tutte le frasi con sottintesi che lui mi lanciava. Pagai il conto e gli dissi che ci saremmo rivisti all’indomani.

L’indomani andai, a pranzo, a mangiare una cosa veloce e poi ci ritornai la sera. Lui, ogni volta che non era impegnato a cucinare o con qualche cliente, veniva a sedersi al mio tavolo per continuare l’opera di seduzione che aveva iniziato già la prima sera. Mi sentivo attratto da lui per quel suo modo di fare molto maschio, un po’ possessivo ma molto sensuale.

Quella sera mi disse che l’indomani aveva il giorno di chiusura ma, se avessi accettato, sarebbe stato molto felice di invitarmi a casa sua e preparare una cenetta per tutti e due. Accettai. Lui, tutto contento, mi spiegò come arrivarci.

La sera dopo ero a casa sua. Mi fece apprezzare tutta una serie di manicaretti e mi fece bere parecchio pensando di abbassare, così, le mie difese, non sapendo che avevo già deciso di lasciarmi sedurre: mi piaceva e, come dicono a Roma, “m’attizzava”. La mia “fichetta” già si contraeva all’idea di accogliere il suo membro, curiosa di vederne la stazza !

Si alzò da tavola per prendere un’altra bottiglia di vino e, venendo dietro di me per versarmene un po’ nel bicchiere, mi accarezzò il viso e poi… si abbassò e mi baciò. Accolsi la sua lingua nella mia bocca, cosa che scatenò un brivido di eccitazione, e mi lasciai violentare da quella lingua.

Il bacio, per me, è la forma più eccitante e più completa di rapporto sessuale ! Baci che diventarono insistenti, invasivi... allora mi arresi e la sua lingua invase la mia bocca, mi baciò con foga, mi esplorò la bocca con la lingua, io ricambiai. Appoggiò la bottiglia e, mentre continuava a baciarmi, le sue mani artigliarono i miei capezzoli e li torturarono, provocandomi dolore ma anche una notevole eccitazione. Sempre continuando a baciarmi, cosa che già di per se mi stava mandando al manicomio, si inginocchiò, mi alzò maglioncino e camicia e subito dopo mi succhiò i capezzoli, mordicchiandoli. Mi stava facendo impazzire e misi le mani tra i suoi capelli stringendo a me la sua testa per far sì che non si allontanasse dai miei capezzoli che stava torturando in maniera divina con lingua e denti. Stavo quasi per godere senza neanche masturbarmi. Mi rialzò e mi portò in camera, dove iniziò subito a spogliarmi, mi fece distendere e, dopo averlo fatto, si spogliò anche lui e si distese accanto a me riprendendo a succhiarmi i capezzoli, prendendo in mano il mio scettro e iniziando a masturbarmi lentamente. Quindi mi fece girare a pancia sotto ed iniziò a leccarmi tutta la schiena, ogni tanto dandomi un piccolo morso, sino ad arrivare ai glutei. Una volta arrivato lì iniziò a leccarmi tutto il culo cercando di forzare le mie chiappe per arrivare a leccarmi, lascivamente, la mia “fighetta” e cercare di forzarla con la lingua, con cui iniziò a fottermi, allargandola sempre più. Nel frattempo prese, dal comodino, un bel po’ di vasellina ( o qualcosa di analogo) e me la sparse sul mio fiorellino, cospargendomela anche dentro, con due dita che hanno violato la mia intimità e mi stavano allargando ben bene. Ero al settimo cielo, mi stavo beando per le sensazioni che riusciva a procurarmi. Quando fu convinto che fossi pronto mi appoggiò il suo uccello tra le chiappe e prima di possedermi… mi sussurrò: “ Ora ti prendo, mia bella troietta, mi piaci e ora sarai mia !”

Ciò dicendo mi entrò con un’unica spinta, facendomi urlare dal dolore un “Bastardo”…. “non così…”!

Mi ero tutto rattrappito per il dolore, stringendogli il cazzo in una morsa, senza dargli modo di muoversi, facendogli male per quanto lo avevo stretto. Rimase immobile, respirando affannosamente. Io ero tutto un dolore, mi pareva di impazzire dal male. Pian piano, però, il mio sfintere iniziò rilassarsi, ad abituarsi a quella intrusione forzata, a sentire meno dolore ed iniziare a contrarsi sino a quando fui io, lentamente, ad iniziare a muovermi sempre continuando a contrarre lo sfintere al punto che lui disse: “ Sìì, cosìì… me lo stai succhiando… il tuo non è un culo, ma una bocca “….”Stupendo…continua così..” E finalmente il dolore scomparve quasi del tutto ed iniziai a provare piacere per il fatto di sentirmi violato , posseduto e desiderato. Senza che gli dicessi nulla lui capì che poteva iniziare a possedermi e perciò incominciò a muoversi, lentamente ma con continuità, entrando profondamente in me. Aveva un sesso di notevoli dimensioni: anche per questo, entrando in quella maniera così violenta, mi aveva fatto tanto male, ma ora che mi ero abituato a quella intrusione iniziai a sollecitarlo, a incitarlo a scoparmi più forte dicendogli che sono la sua mignotta e che può farmi ciò che vuole. Immediatamente, mentre affonda i colpi, mi morde la spalla e sentì il suo membro irrigidirsi ancor di più dentro di me ed il dolore salì, il mio piacere quasi scomparve per lasciar posto alla sopportazione, ma volevo fortemente che lui mi godesse dentro. Il suo corpo si tese, tutto il peso gravò su di me mentre affondava i colpi che mi stavano letteralmente squassando e, finalmente, esplose in un orgasmo, accompagnato da lamenti. Le spinte, quindi, diminuirono, la pressione si alleviò, per me fu un sollievo fisico ma mi sentì profondamente appagato per essere riuscito a farlo godere tanto.. Uscì con precauzione lasciandomi il piacere di essere pieno del suo seme, che sentivo fuoriuscire dall’ano violato e colare tra le cosce.

Scese dal mio corpo, distendendosi accanto a me, dicendomi: “ Mi hai fatto godere da matti, hai un culo splendido !”

Dopo un po’ gli chiesi se gradisse un massaggio e lui annuì. Lo feci girare prono e lo deliziai con sfioramenti, impastamenti e poi ancora sfioramenti. Dopo testa, schiena, braccia, gambe e polpacci passai ai glutei, con le dita sfiorai il solco delle natiche, poi le mie dita si insinuarono da tergo fino al suo scroto che massaggiai dolcemente.

Il mio partner era pronto per il secondo round. Si girò e gli presi l'uccello in bocca prima che potesse fare o dire qualcosa... sentii la cappella inturgidirsi a contatto con il mio palato, con la lingua gli stimolai il frenulo. Dieci minuti di generosissime ciucciate poi presi io l'iniziativa. Gli salii sopra, afferrai il cazzo duro e me lo appoggiai tra le chiappe. Il mio culo era ancora abbondantemente lubrificato ed allargato dalla sessione precedente: mi bastò abbassarmi con decisione per prenderlo tutto dentro in un colpo solo. Ero sopra di lui, conducevo io il gioco. Contrassi i muscoli dell'ano per sentirlo meglio dentro, mi bilanciai bene sulle gambe ed iniziai il su e giù. Sentii il suo uccello completamente assestato nel mio retto, adesso ogni affondo era una stilettata di piacere, di riempimento. Con la mano libera mi masturbai e mi venne da pensare che lui il mio uccello non lo aveva nemmeno sfiorato, ma andava bene così... Ci accoppiammo fino allo sfinimento, poi ci sganciammo. A quel punto lui mi venne sopra, si sedette sul mio petto, si masturbò sulla mia faccia. Non feci in tempo a prendere nessuna iniziativa. Un copioso fiotto di sborra mi raggiunse sulle labbra. Mi infilò la cappella gocciolante in bocca Succhiai dalla sua cappella le ultime gocce di eiaculato... Dopodiché lo baciai e, abbracciati, ci addormentammo.



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I vostri commenti su questo racconto
Autore: Bobo45sex Invia un messaggio
Postato in data: 16/05/2017 16:07:14
Giudizio personale:
Grandioso! Un racconto spaventosmente arrapante! Difficile arrivare fino in fondo senza sborrare...

Autore: Ladybutterfly Invia un messaggio
Postato in data: 06/02/2017 22:35:28
Giudizio personale:
Fantastico!!Estremamente eccitante!! Come tutti i tuoi continui...

Autore: ETERA E CUCK Invia un messaggio
Postato in data: 10/11/2016 16:16:21
Giudizio personale:
Fantastico

Autore: Bsx52 Invia un messaggio
Postato in data: 14/10/2016 07:56:09
Giudizio personale:
Woooow


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